Stampanti 3D

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E’ da parecchio che non scrivo, ma non mi sono perso in d’animo. Ho trovato, in un sito molto conosciuto di tecnologia, un’ottima spiegazione del funzionamento della stampa in 3D, ormai divenuta una realtà che si sta affermando sempre più. Bando alle ciance, qui sotto vi riporto l’articolo cosi da poter dare un’infarinatura generale. Buona lettura! xD

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Introduzione:

Ora che la stampa 3D è disponibile ed accessibile ai singoli consumatori, si è creato molto interesse intorno a questa tecnologia. Il processo di creazione di oggetti solidi tridimensionali a partire da disegni digitali è sempre più richiesto. Cerchiamo di capirci qualcosa in più.

Modelli in scala, regali, accessori per l’abbigliamento, protesi, apparecchi acustici e perfino miniature di case. Le possibilità sembrano infinite.

In realtà, il concetto di stampa 3D non è affatto nuovo. Chuck Hull inventò e brevettò la stereolitografia (nota anche come solid imaging) intorno alla metà degli anni ’80, quando fondò la 3D Systems, Inc. Da allora, i progressi nella tecnologia sono stati (e continuano ad essere) enormi, compresa la dimensione delle stampanti stesse, i materiali utilizzati e molto altro ancora.

Ma come fanno a funzionare realmente le stampanti 3D? Come può qualcosa che assomiglia alla nostra stampante domestica o fotocopiatrice dell’ufficio creare oggetti solidi in una manciata di ore?

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Progettazione di un’idea:

Tutto inizia con un concetto. La prima fase, infatti, è quella della modellazione digitale tramite un calcolatore (il computer), meglio conosciuta come CAD (computer aided design).

Qualunque sia il programma che si sceglie per la modellazione assistita, si è in grado di creare un modello virtuale dell’oggetto che si desidera stampare. Il programma quindi divide l’oggetto in sezioni digitali in modo che la stampante sia in grado di costruire l’oggetto strato dopo strato. Le sezioni trasversali agiscono essenzialmente come guide per la stampante, in modo che l’oggetto abbia l’esatta dimensione e forma desiderate.

Se non volete percorrere questa strada da soli, è possibile acquistare, scaricare o richiedere i disegni già pronti da siti come ShapewaysSculpteo o Thingiverse. Una volta che si dispone di un progetto completato, basterà inviarlo alla stampante 3D con l’estensione di file standard (STL, “Standard Tessellation Language”). I file STL contengono poligoni tridimensionali che sono a fette in modo che la stampante possa comprendere facilmente tutte le informazioni.

-Stampa:

La prima cosa da notare è che la stampa 3D è caratterizzata da una produzione “additiva”, il che significa che un oggetto solido tridimensionale viene costruito aggiungendo materiale a strati. Ciò è in contrasto con la fabbricazione “sottrattiva”, attraversa la quale un oggetto viene costruito tagliando o lavorando la materia prima in una forma desiderata.

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Dopo che il file di disegno finito viene inviato alla stampante 3D, si sceglie un materiale specifico. Questo, a seconda della stampante, può essere in gomma, materie plastiche, carta, materiali poliuretanici simili, metalli e altro ancora.

 

I processi di stampa variano, ma il materiale è di solito spruzzato, spremuto o altrimenti trasferito dalla stampante su di una piattaforma. Poi, una stampante 3D svolge dei passi (proprio come una stampante a getto d’inchiostro) sulla piattaforma. In particolare deposita strato dopo strato del materiale per creare il prodotto finito (se guardate da vicino un oggetto stampato in 3D noterete subito gli strati). Questo può richiedere diverse ore o addirittura giorni a seconda delle dimensioni e della complessità dell’oggetto. Il livello medio degli strati è di circa 100 micron (0,1 millimetri), ma alcune stampanti, come la Objet Connex, possono anche depositare strati sottili di 16 micron.

Durante tutto il processo, i diversi strati sono fusi automaticamente per creare un singolo oggetto tridimensionale la cui risoluzione è misurabile in punti per pollice (DPI).

-Costi:

Ormai, come già detto in precedenza, si può fare qualsiasi cosa con una stampante 3D. Anche del cibo commestibile. Attualmente, però, il loro utilizzo è incentrato principalmente nel settore sanitario. Purtroppo, e qui veniamo all’aspetto negativo di questa tecnologia, il prezzo di queste apparecchiature è ancora parecchio elevato. Le stampanti più piccole, progettate per i giocattoli ed altri piccoli gadget, hanno un costo vicino ai 1.000 dollari. I modelli più professionali possono costare da $ 14,900 a $ 59,000. I modelli di altissimo livello, destinati all’industria, possono raggiungere cifre vicine ai $ 600.000.

Attualmente, il mercato della stampa 3D ha un valore di circa 1,7 miliardi di dollari. Questo numero è destinato però a raddoppiare entro il 2015.

Secondo voi, la stampa 3D può cambiare davvero il concetto di produzione di massa?

Thanks                            

Fonte: HDblog.it

2 Comments

  1. Jesse Phillips said:

    I processi di stampa variano, ma il materiale è di solito spruzzato, spremuto o altrimenti trasferito dalla stampante su di una piattaforma. Poi, una stampante 3D svolge dei passi (proprio come una stampante a getto d’inchiostro) sulla piattaforma. In particolare deposita strato dopo strato del materiale per creare il prodotto finito (se guardate da vicino un oggetto stampato in 3D noterete subito gli strati). Questo può richiedere diverse ore o addirittura giorni a seconda delle dimensioni e della complessità dell’oggetto. Il livello medio degli strati è di circa 100 micron (0,1 millimetri), ma alcune stampanti, come la Objet Connex, possono anche depositare strati sottili di 16 micron.

    26 Settembre 2013

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